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Angina Pectoris | Sintomi Prevenzione Cura

Esami & Patologie
Prognosi dell’Angina Pectoris
Angina Pectoris torinoPrognosi e decorso clinico del paziente affetto da angina sono legate all’andamento clinico dell’Angina Pectoris ed alle condizioni cliniche generali del soggetto.

Oltre alla terapia farmacologica che rimane un punto fondamentale della terapia antianginosa, si vanno affermando metodiche di cardiologia invasiva come l‘angioplastica coronarica che, con le adeguate indicazioni, può essere un valido trattamento dell’angina.

Rimane sempre fondamentale tenere sotto controllo i fattori di rischio cardiovascolare.

Un controllo adeguato della pressione arteriosa, un corretto equilibrio glicometabolico in corso di diabete mellito, il mantenimento di un assetto lipidico nei parametri consigliati dalle linee guida internazionali, l’abolizione del fumo di sigaretta, una alimentazione sana e una attività fisica regolare, permettono di contrastare la malattia aterosclerotica che è alla base di questa patologia.

Una adeguata informazione e una collaborazione con il cardiologo curante permette di gestire questa patologia con ottimi risultati.
Che cos’è l’Angina Pectoris
L’Angina Pectoris è la manifestazione più comune della cardiopatia ischemica. E’ descritta come un dolore al centro del petto, come se si trattasse di un peso, che si irradia alle spalle e alle braccia. In alcuni casi può insorgere o diffondersi posteriormente, alla gola o allo stomaco.

Quando insorge nel soggetto a riposo si definisce angina a riposo, quando si manifesta dopo uno sforzo lieve o intenso viene detta angina da sforzo. La durata è di pochi minuti e la sua regressione è spontanea.

Nei casi in cui il cardiologo abbiamo già posto una diagnosi, può consigliare al paziente l’utilizzo di nitrati per via sublinguale, riducendo così la durata della crisi anginosa. Alla base di questa patologia vi è la placca aterosclerotica che riducendo il diametro delle coronarie, riduce l’afflusso di sangue ossigenato ad alcune zone del cuore: in queste zone il tessuto endoteliale produce delle sostanze che attivano le vie del dolore, segnalando così lo stato di ischemia.

Nel diabetico avviene spesso che l’ischemia non sia segnalata da alcun sintomo (ischemia silente) e il soggetto può non riconoscere di essere a rischio cardiovascolare.
Diagnosi
La diagnosi di Angina Pectoris può essere posta attraverso l’anamnesi raccolta dal medico, che delineando le caratteristiche di insorgenza dei sintomi ed individuando i fattori di rischio della patologia aterosclerotica (fumo, colesterolo, familiarità, diabete, ipertensione), riesce a porre il sospetto diagnostico.

Con un semplice esame strumentale chiamato elettrocardiogramma (ECG), possibilmente eseguito durante la presenza dei sintomi dolorosi, è possibile evidenziare la presenza di alterazioni significative per ischemia oppure degli esiti di infarto del miocardio asintomatico. Va ricordato che in assenza di sintomi, l’elettrocardiogramma può risultare normale in molti casi.

E’ allora necessario fare degli altri accertamenti, definiti test provocativi, come il test da sforzo al cicloergometro. Il paziente viene fatto pedalare alla cyclette e monitorando l’ECG e la pressione arteriosa del paziente, si induce l’ischemia. Nei Centri specializzati è possibile sottoporre il paziente a dei test provocativi con l’ecocardiogramma. Questi test risultno però più indicati nel valutare le conseguenze di un eventuale infarto del miocardio.

La scintigrafia miocardica da sforzo e a riposo, con l’iniezione di un tracciante, permette di valutare le zone di danno al cuore reversibile e soprattutto eventuali zone di danno miocardico irreversibile.

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